BDSM

Una threesome… BDSM!

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Si sa, fare sesso a 3 è il sogno proibito di ogni uomo. Ma se al sesso ci unisci anche quel pizzico di dominio, la cosa diventa unica e difficile da dimenticare.
Lontano 2014, giornata di pioggia, contatto la mia sub per vederci al bar, sempre al solito, a Novara.
Ci si trova davanti allo stadio, chiudiamo entrambe le auto e ci incamminiamo verso questo bar a dir poco conosciuto sul Corso Vercelli.
Entriamo, ci sediamo lontano da occhi indiscreti e ordiniamo, io un analcolico alla frutta (non sono mai riuscito a fare dell’alcol il mio stile di vita) e lei una birra, ricordo fosse una corona con il limone.
Cominciamo a parlare del più e del meno, ed i miei occhi continuavano a guardare i suoi capelli biondi, ed i suoi occhi azzurri ghiaccio, da far quasi paura. Le sue mani, beh, che lo dico a fare? Curate e belle, morbide ed affusolate.
Cominciai a stimolarla, mentalmente, poi giocai con le sue gambe, facendole il piedino e per finire le presi il suo polso sinistro e legai esso al tavolino con una corda di 1m di cotone rosso.
Aveva la gonna, e mentre legavo, guardavo attraverso le sue gambe e vedevo il suo piacere bagnare le mutande.
Eravamo uno di fronte all’altra, ci guardavamo negli occhi ed i pensieri vagavano, mentre la mia mano destra accarezzava dolcemente la sua gamba sinistra ed i brividi non davano cenno di cedimento.
Nel frattempo suona il telefono, un messaggio WhatsApp, ho pensato fosse la fidanzata che stava tornando a casa dalle commissioni, come faceva di solito.
Ed invece era Laura, sub/bunny di Vercelli; raggiungeva il piacere nel farsi immobilizzare in ogni dove e farsi umiliare pubblicamente per ogni cosa. Etero ma non disdegnava la visione nuda di una donna.
Slegai la sub, ci alzammo, pagai il conto e mi diressi verso il Motel Piranha. Laura ci aspettava lí pronta.
Entrando, alla reception mi chiesero la stanza ed io pensavo, come mi era già capitato, di entrare in una stanza pagata doppia, ma che non fosse una suite, ed invece, suite room con vasca idromassaggio circolare e doccia. Insomma, una camera da 200 euro x6 ore.

Entrammo in stanza, Laura era già nella vasca idromassaggio e la intravedemmo dallo specchio. Lasciammo giù le cose, mi tirai via la giacca e la camicia ed invitai Laura a raggiungerci, in camera.
Giro d’obbligo in bagno e tornai nella zona letto.
Quando fui li, le trovai parlare dei loro rispettivi ex, come due amiche che non si vedono da tempo ma non si conoscevano neppure!!!

Cominciai allora a tirar fuori dalla sacca, tutto l’armamento e misi tutto ai piedi del letto.
Presi la corda in canapa e legai i polsi della sub alla decorazione della struttura del letto. In piedi, chinata in avanti come per fare una pecorina. Le sue mani toccavano la struttura e non potevano muoversi.
Presi Laura, e le feci una cordatura stretta attorno al seno, che portava la corda a toccare il suo clitoride. Con un altra corda, le legai i polsi e la misi nella stessa posizione della sub.
Partii a giocare con la sub, la presi per i capelli, la portai davanti alla mia bocca e con tono deciso le dissi: TU SEI E SARAI IL MIO PIACERE, STASERA! E la baciai, con cattiveria, concludendo con uno schiaffo deciso sul suo culetto morbido, classico di chi fa pole dance.
Presi il vibratore a distanza, lo pulii, lo unsi con la vasellina e lo misi dentro, e lo accesi a velocità bassa. Presi la corda in cotone più spessa che c’era, rossa, e gliela avvolsi in stile morso da cavallo, in bocca, come una gag-ball.

Lasciai la sub e mi diressi verso Laura, già pronta a subire colpi e a godere del momento. La presi per i capelli, la portai alla mia bocca e le dissi: TU INVECE SARAI LA MIA PIÑATA LA QUALE COLPIRE PER FARE USCIRE IL PIACERE COLANTE e la baciai, concludendo con uno schiaffo, forte, sulla sua chiappa sinistra, facendola rimbalzare in avanti e sentendo il suo primo ansimo. Presi 2 vibratori a telecomando, uno all’interno del suo piacere e uno nel suo buchino più stretto, adorava essere presa da entrambi i buchi. Accesi il primo al minimo e misi l’unica gag-ball a forma di ape che avevo sulla sua bocca.

Mi allontano, circa un metro da entrambe, 3 telecomandi in mano, una frusta di pelle e luci soffuse che cambiavano colore, di continuo. Le osservavo dallo specchio posto sopra il letto, entrambe cercavano il mio sguardo, invano.

Aumentai la potenza dei vibratori alla velocità media e cominciavano a contorcersi entrambe, era uno spettacolo guardare i loro culetti muoversi quasi in sincro.
Cominciai a frustare la sub, sulla sua chiappa destra, e al primo colpo mi esclamò: Grazie Signore . Ego a mille ed altro colpo, forte sulla sua coscia, ringraziandomi. DÌ A LAURA CHI È IL TUO DOM E CHI PENSI QUANDO NELLA TUA INTIMITÀ TI TOCCHI “Sei tu il mio dom, signore”, usciva dalla sua bocca impegnata da quel morso di corda. E la colpii ancora una volta la lasciai in balìa del suo vibratore.
I suoi versi risuonavano nella camera e anche Laura ammirava con piacere il lavoro fatto.

Mi spostai su Laura, appunto, e la presi per i capelli, e cominciai a strusciarmi come in una pecorina. Cliccai sul tasto della velocità alta e lasciandole i capelli, mi allontanai, con la frusta in mano, pronto a colpire.
Lei provò a girarsi alla ricerca del mio sguardo e ricevette un colpo sul suo culetto ed il suono rintronò nella stanza. Era eccitante vederla li, legata e a subire i miei colpi.
Presi il vibratore a microfono, appena acquistato, lo accesi e lo misi sul suo clitoride, già coperto dalla corda.
Il suo corpo cominciò a muoversi, sempre più. Lo lasciai li, tenuto dalla corda, vibrante e colante.

Feci un passo indietro e presi la mia frusta, la migliore, in pelle con l’impugnatura intrecciata, dura e lunga.
Nella mano destra lei, e nella mano sinistra la frusta a nove code usata in precedenza.

Signorine, ora facciamo un gioco. Io vi do una lettera e voi a seconda di quello che vi chiedo vi do 5 secondi per rispondere. Altrimenti, la punizione sarà…

…annuirono…

LETTERA D, Nome città NO PIEMONTE
IL loro respiro comincio a farsi affannoso e si cercarono con lo sguardo per una risposta celere.
5…4…3…2…1…
Presi coraggio e colpii entrambe, come meritavano. Il suono era un mix tra ansimi, suoni di vibratori e rumore di piacere che nell’aria copriva ogni cosa.

LETTERA G, Nome animale NO GIRAFFA
IL loro respiro sembrava più tranquillo ma al mio comando di non guardarsi era diventato più veloce, più impaurito.
5…4… GUFO! rispose Laura.
3…2…1… GHIRO! rispose in extremis la sub.
BRAVE RAGAZZE!
E mi portai verso la sub e mi misi in ginocchio e le baciai le chiappe mentre la vicinanza dei vibratori mi dava vibrazioni ovunque. “Grazie, signore”
Mi spostai su Laura, le tirai via il vibratore nel buco stretto e cominciai a baciarle le chiappe.
Il gioco continuò per un po’, le frustate divennero sempre più frequenti.

Lanciai le fruste sul letto, oltre i loro corpi, le avvicinai e le legai per le loro gambe, molto vicine.

Slacciai i pantaloni, aprii la patta e li tirai giù.
Le mie mutande lasciavano sentire bene il mio piacere di quella visione, così mi appoggiai alla sub e le feci sentire il quanto fossi eccitato mentre la mia mano destra maneggiava insieme ai vibratori alla ricerca del piacere di Laura, che senza pensarci molto, sotto mio comando, bacia la sub, eccitata e in continuo movimento. Le loro bocche, vicine erano un carburante perfetto per quel momento unico e coinvolgente.

Decido di slegare ad entrambe i polsi. I segni visibili erano solchi. Le giro verso di me e le faccio inginocchiare entrambe, davanti a me. I loro occhi dall’alto facevano pendant con il tappeto grigio. Era magico.
Laura, tirò via il morso alla sub e mise la bocca della sub sulle mie mutande, già piene del mio durevole piacere.
Mi morse le mutande e me le levò, velocemente. Scendevano piano piano sulle mie gambe e ad ogni millimetro sentivo il mio piacere mentale crescere. Sempre più.
Laura si avvicinò e con gli occhi puntati ai miei, fece sparire ogni centimetro di me, nella sua bocca, piano piano. La sub si divertiva a toccare con la sua mano sinistra il buco più stretto di Laura e accarezzava dolcemente i miei gioielli con la lingua.

Se raccontassi quello che è successo dopo, beh, sarebbe come fare cadere l’incanto … Tutto il resto è poesia!