BDSM

Il gioco della mente…

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Ormai è risaputo, il BDSM incuriosisce e crea dipendenza, una volta che si è dentro. Testa e cuore lavorano in sincro una volta che si prova.

Ho scoperto, negli anni, che il mondo BDSM si sta spostando sempre di più verso qualcosa di fisico, dove c’è il “Padrone” che comanda e la “Schiava” che fa quello che il suo “capo” vuole. E parlo proprio di fisico, con spanking ed altre pratiche.
Ma come ho detto millemila volte, senza la mente nulla può essere d’appartenenza.
Io credo molto nel potere delle parole, del piacere mentale prima del piacere fisico.
Non esiste piacere mentale se non c’è qualcosa di forte che, che sia una relazione o un sentimento.

Ricordo con piacere una situazione, molto interessante dove bastava veramente poco per creare piacere.

Credo sia stato 2015, facevo l’agente immobiliare.
Lei, cliente in cerca di casa, viaggiatrice accanita, nota per la sua posizione lavorativa d’importanza. La tipica ragazza del Nord Europa. Occhi chiarissimi e bionda con un carattere fortissimo.
Aveva questo accento milanese marcatissimo e quando mi chiamava esordiva con un caldo e intenso “Buongiorno!” da fare rizzare tutti i peli.

Mi chiese di andare a vedere una casa, in centro. Ci incontrammo di fronte al Broletto, noto punto d’interesse Novarese, soliti rituali di saluto e ci dirigiamo verso l’appartamento.
Nel salire le scale mi raccontava del suo lavoro e di quanto era importante avere una stanza in più per i suoi progetti. E da buon “agente immobiliare bugiardo” elogiando l’appartamento, ricordavo quanto volevo assolutamente farle vedere quell’appartamento all’ultimo piano perché sarebbe stato di suo gradimento.

Arriviamo davanti alla porta di casa, con le chiavi in mano, mi accingo ad aprire la porta infilando le chiavi e noto con piacere che mi osservava le mani, come se avesse una sorta di perversione.
Apro la porta, con molta calma e la faccio entrare in casa, e mi accingo a chiudere l’uscio dietro di lei.
Accendo la luce e cominciamo il giro.
Cucina, soggiorno, corridoio e zona notte.
Entriamo in camera da letto, si guarda intorno e osserva che sul soffitto c’era un gancio, ed essendo una casa molto vintage della Novara “vecchia”, probabilmente in quella camera c’erano salami appesi.

Si girò di scatto verso di me e mi disse: “Ora ho capito perché dovrebbe piacermi”.
Io un po’ imbarazzato dalla situazione, balbettando risposi: “Non capisco!” con annesso un classico movimento d’imbarazzo, grattandomi dietro la testa.
“Non sono stupida, sento a pelle che tu fai qualcosa che a me piace molto, e mi hai portato qui per questo”.

La verità era che io non l’avevo mai vista prima e questa cosa mi creava molto disagio. In primis!

“Ah sì? Quindi se io facessi…” e avvicinandomi cominciai a toccarle la spalla, accarezzandola con le dita.
La sua faccia stupita rimarrà impressa nella mia mente per anni.
“No, ti prego, no!”

Le chiesi di accomodarsi sul letto e avvicinandomi al comó lo toccai piano, percorrendo ogni singolo angolo del piano superiore.
Vedevo i suoi occhi chiudersi in segno di piacere come se non vedeva l’ora di essere toccata, sfiorata. Ma eravamo lì per altro…

“Ti è piaciuta la casa” “Si…”
Chiusi la porta, La guardai fissa negli occhi e le lasciai il mio bigliettino da visita.
La salutai e feci prosequio verso il prossimo appuntamento.

Un’ora dopo mi scrisse su WhatsApp: “Ciao Sono Christine, la ragazza dell’appartamento.”

La invitati a bere un caffè, in un bar viale Roma, a Novara e la cosa era talmente eccitante che decisi, per quel giorno di stupirla.

La portai in una casa, nella zona di San Paolo. Chiusi la porta e cominciai a stimolare la sua mente.

Le mie mani, le mie parole sussurrate all’orecchio e lei, immobile ad occhi chiusi, in piedi e con le mani sul muro.
La sua mente era un uragano nel quale entrandoci non volevo più uscire.

E la mia mente, era la migliore amica di quella ragazza, peperina ma molto eccitante. La rividi altre 2 volte, dopodiché si fidanzò con un ragazzo più piccolo e decisi di lasciare perdere. La sua mente era troppo impegnata per giocare con me.

Concludendo… Mentalismo? Si! È fondamentale.

E deve essere coltivata, altrimenti è come avere una pianta morta in un giardino rigoglioso.