Il Re e la Regina
Sarà capitato a chiunque di essere invitati ad una festa a tema nel quale ognuno ha un proprio ruolo e tutti seguono determinate regole al fine di portare a casa una bella esperienza no?!
Qualche anno fa, venni invitato in un evento chiamato “Role-Play” dove ognuno, conscio del proprio ruolo, diviene parte del gioco impersonando un personaggio del tema della serata.
Era un evento a tema medioevale. I proprietari di casa erano ovviamente Re e Regina, con 2 “cagnolini” impersonati da due ragazzi vestiti da dog slave.
In questo evento eravamo una ventina di persone e mi è stato chiesto di impersonare il menestrello che portava a corte le sue schiave per poter far fare al re ed alla regina quello che volevano.
Io avevo 2 ragazze, dell’est, molto schiave e pronte a giocare vestite in stile anni ’20 con gonne a tulipano e piedi nudi.
Entrato insieme a loro nella camera, mi trovo al centro, con le mie due slave ai lati e la regina ed il re sul loro trono. Saluti di rito e come un circense, tiro fuori le fruste e le faccio mettere a quattro zampe mostrando a tutti il loro bellissimo fondoschiena. La gonna che non si poteva muovere da quella posizione era perfetta per indirizzare con dei colpi il loro cammino verso i reali. Piano piano, colpo dopo colpo, arrivano davanti al Re e si rivolgono a lui con rispetto abbassando la testa. Lui si alza in piedi e ordina alle guardie di prenderne una, spogliarla e metterla alla gogna.
La regina si alzò, si mise di fianco a me e prese per i capelli l’altra schiava chiamandola “PUTTANA” e la mise con la faccia sul trono e ordinò ad uno dei suoi cani di slacciarsi la maschera e cominciare a leccarla.
Nel frattempo il Re, preparò le sue fruste e cominciò il suo rituale scandendo ad ogni colpo le regole del suo reame. La regina si avvicinò al re, si mise in ginocchio e spogliandolo cominciò a toccarlo, facendolo così esplodere nel suo piacere maschile in pochissimo tempo, creando scompiglio e risate di tutti i componenti dei giochi. La regina si alzò e ordinò al Re di tornare al suo posto e mi obbligò a continuare il rituale mentre l’altra slave godeva della lingua del cane.
Lei, mi mise nelle mani una bacchetta che sembrava di legno e, mettendomi di fianco alla slave alla gogna, colpivo. La regina, eccitata dal piacere di quella scena a dir suo “eccitante”, si avvicinò al trono, spostò il cane e la slave e si sedette ordinando alla slave di leccarla mentre guardava il mio gioco.
Dalla porta entrò un altro menestrello, schiavo. Doveva far ritrovare eccitamento al Re, fino a quel punto etero!
Si avvicinò, si prostrò alle ginocchia del reale con una eccitazione che si vedeva dai pantaloni, cominciò ad adorarlo tirando via le scarpe e poi leccando i suoi piedi. Io rimansi sempre più stupito dal comportamento del re, ma eravamo a casa loro e non potevo dare a loro la sensazione che io mi stavo divertendo per altro e non per quel gioco.
Dopo svariate venute della regina, il cane si alzò, rimise la maschera e lasciò spazio all’altro cane che era rimasto di fianco al re fino a quel momento.
Il menestrello si avvicinò alla regina che prontamente gli mise un collare di colore blu e lo lasciò in ginocchio davanti al suo Re.
Quando la slave, dopo svariati miei colpi, cominciò ad urlare la parola segreta, la feci togliere dalla gogna e la misi sulla piramide di Giuda, una tortura medioevale nel quale la slave deve poggiare il suo piacere su di piano appuntito fatto a piramide appunto. Legata mani e piedi a subire ancora colpi, flagellata.
Dopo tutto questo piacere, il Re si alzò, prese i suoi cani e il menestrello e li portò al centro della stanza e spogliandosi cominciò a farsi toccare da loro, esplodendo ancora una volta in pochi minuti nelle sue mutande e rimettendosi sul suo trono allontanando i cagnolini.
La regina, mise la slave e il menestrello a scoparsi tra loro a pecora e alzandosi in piedi disse rivolgendosi verso di me: “EHY TU, MENESTRELLO, VIENI QUI”. Io lasciai la frusta e la slave sullo strumento e mi avvicinai a lei. Mi prese una mano, si mise in ginocchio davanti a me e provò a spogliarmi. Io con una mano la fermai e dissi: “Mi scusi regina, ma credo che non sia il caso!”
Lei si fermò, si rialzò, mi guardò negli occhi e mi baciò. Si avvicinò al mio orecchio e disse: “SCOPAMI!”
Ordinai ad una guardia di avvicinarsi e portarmi una corda. Girai la regina verso il suo trono con la faccia, le legai dietro la schiena le mani, andai verso la mia slave sulla macchina da tortura, la slegai e tornai dalla regina ormai eccitata e bagnata. Mi svestii, presi la slave e cominciai a farmi leccare. Toccando la regina mi rendevo conto che i suoi gemiti erano irritanti. Così presi la frusta e gliela feci tenere tra i denti.
Spostai la slave, la misi a pecora e mentre scopavo la regina, toccavo con foga la slave che dopo poco squirtò bagnando il tappeto facendo infuriare (così si fa per dire) il Re che preso dal gioco prede una frusta lunga e punì la slave mentre le mie dita continuavano a toccarla.
Svariate erano le posizioni e continuando a giocare con le 2 slave e la regina, la mia esplosione si avvicinava sempre più. Così mi staccai, mi alzai in piedi, mi misi al centro della stanza e urlando: “Voglio le donne qui, in ginocchio”
Mentre mi toccavo le avevo sotto di me, tutte in ginocchio a bocca aperta. Tre bocche pronte ad accogliermi.
Non so se mai mi ricapiterà. Ma se dovesse ricapitare sarebbe eccitante rifarlo, con la mia Regina. Sicuramente verrei meno, ma molto più a lungo!