Il buon Master
Spesso mi ritrovo in mezzo a persone che mi fanno domande sul perché sia entrato e come ci sia entrato in questo mondo. La cosa più bella quando rispondo in maniera sincera e guardando negli occhi chi mi fa questa domanda è la risposta a tutto: “Anche a me piace picchiare le persone”.
Avrei voglia di ribaltare tavoli, a volte dare del coglione a chi mi fa queste affermazioni ma, non possiamo pretendere una comprensione da chi, usa la scusa della violenza per rendersi, agli occhi degli altri, forte.
In fondo, nessuno è veramente libero in questo mondo. Né chi viene dominato, né chi domina. Si fa parte di un mondo troppo ipocrita per ammettere che il dominante sia anche debole e viceversa. E ci si nasconde dietro al semplice: IO SONO FORTE E DOMINO, IO SONO DEBOLE E SUBISCO. Quindi se sono forte, dominante, picchio. “Ah sì, mi piacerebbe picchiare nelle palle un uomo”, questa è la tipica frase che mi si rivolge, ed io sorrido e annuisco. Altro non posso fare no?!
Dietro all’acronimo BDSM c’è un mondo. Che piano piano sto scoprendo. Un mondo fatto di piaceri e dolori, lacrime e sorrisi. Ma tutto ha un prezzo. Soprattutto se sei dominante. Facile lasciare segni sulla pelle e non lasciare niente nell’animo.
Il buon master è colui che crea dipendenza e non si vanta del suo essere dominante, ma fa parlare i suoi slave del suo operato. È una persona che tranquillizza e terrorizza allo stesso tempo. È un guru, un eccezionale “padre” del gioco. Sperimenta, applica, gioca e a volte subisce l’interruzione del piacere per evitare di arrivare alla safeword.
È un autentico gentiluomo, ama e crea appartenenza. L’appartenenza, una parola che è sempre presente. È un mantra, da ripetersi tutto il giorno.
Il buon master è colui che ama quel che fa, non si abbatte e soffre. Lega, colpisce e riceve quanto dispensa. Sempre che trovi un buon slave.
Ogni harem ed ogni gioco ha bisogno di incastri, perfetti, lineari.
Quindi, il buon master non ha bisogno di vantarsi. Il buon master è un uomo, semplice… Ma autorevole.