Il suono del bambù
Eravamo a casa soli. Tu ed io. E una punizione da svolgere.
Con la mano indico il letto e “Mettiti a pancia in giù con la testa verso la testiera del letto”, lei eseguì l’ordine senza dir nulla.
Mi volto, mi dirigo verso la cassettiera bianca e prendo le 3 canne di bambù, quelle che avevo preparato con molta attenzione dal mio giardino. Quel cespuglio che mia moglie odia, quel cespuglio senza senso ma molto eccitante visto sotto questo punto di vista.
Ricordo bene quando mi sono messo a sistemare le canne per farle diventare strumento di piacere. Stavo tagliando il prato e dopo una foto postata sui social, ho preso il coltello e ho tolto l’eccesso levando piano piano la corteccia che ricopriva il suo vero ruolo.
Ai tempi c’era la slave convivente, colei che ha provato il mio sadismo carico di odio. Colei che mi ha visto ridere e piangere. E aveva paura di quel che poteva essere il dolore. Così rimasero dietro alla cassettiera, per tanto tempo.
“Chissà se fanno male, proviamo?”, ed i suoi occhi azzurri che avevano un misto paura e sfida mi spinsero a provare. La feci scuotere per aria e quel suono era strano. La canna era secca ma avere nelle mani quella che poi sarebbe stata la mia arma preferita, è stato molto eccitante. Era leggera, ma maneggevole nonostante fosse lunga circa un metro. Mi sentivo un boia, eccitato e spaventato.
Canna alla mano, alzo la mano per colpire il suo culetto e le chiedo “Sei sicura?” e lei rispose sì stringendo i denti dalla paura.
Colpo e silenzio. Il dolore si fece sentire qualche secondo dopo, lasciando spazio al segno netto sul suo culetto candido. Faceva strano non sentire fatica alcuna sulla mia spalla. E ci riprovai.
“Fa male? Devo smettere?”, Lei fece cenno di no e io continuai. Colpi secchi, come se non avessi altro da fare.
Il suo fondoschiena era diventato una distesa di segni netti, rossi, eccitanti. Come i suoi occhi d’altronde.
Quindi, che suono fa il bambù? Non credo di riuscire a replicarlo qui, ma……..