New School – Old World
Da un po’ di tempo leggo cose che mi lasciano perplesso.
Sicuramente questo mondo è per forti, coloro che sanno che il BDSM non è solo violenza o una valida alternativa al sesso, ma molto di più.
Oggi, in stile “SuperQuark”, ho bisogno di parlare di quella schiera di Master duri che usano il BDSM per il mero sesso, sfruttando i propri bisogni come unica arma in grado di aprire le porte del piacere.
Da qualche tempo però, e per fortuna direi, c’è un filo di pensiero diverso, dove il sesso è eticamente integrato al BDSM.
Nasce con l’intento di creare piacere, comportamenti e situazioni che possano in qualche modo dividere il buon (e nuovo Master), dagli ideali di un Master “Vecchia scuola” da sculacciate e ammucchiate piene di segni e sperma solo “perché il mio Master me l’ha ordinato”.
Ma quindi, che accidenti significa New School? Perché esiste questa nuova filosofia e questo cambiamento radicale nel mondo del BDSM?
Perché nel BDSM è più facile, ad oggi, trovare Pleasure DOM “SSC” piuttosto che un Master “RACK”?
La risposta è da cercare nelle leggi che in questi anni hanno garantito ai governi di inasprire le pene verso chi faceva violenza di genere a prescindere dal consenso.
Solo nel 2021, finalmente, possiamo parlare di una legislazione ad hoc per il bdsm, ma ahimè ancora da sviluppare sotto molti punti di vista.
Ricordo che quando ero adolescente non era difficile sentire parlare di “uomini” che si improvvisavano cordatori e poi uccidevano per un gioco erotico sbagliato, o persone che si nascondevano dietro agli stessi giochi per sfogare la loro frustrazione.
Anche la filmografia non è da aiuto, utilizzando e distorcendo la realtà di una sessualità alternativa, in giochi pericolosi, proponendola a milioni di persone.
Quindi cos’è successo esattamente? Le leggi non sono state le uniche a cambiare il modo di vivere il BDSM, ha influito sopratutto l’attenzione sempre più dedita ai piaceri e la loro scoperta.
Dove prima un Old-Master sfogava la sua frustrazione, oggi un Master “New School” incanala il suo bisogno nell’aftercare, non punendo perché “Sei stato cattivo”, ma perché so che questa cosa è un tuo piacere, e quindi va realizzato ad ogni costo.
Nella vecchia scuola era difficile trovare un Master che mettesse da parte i suoi bisogni (spesso sessuali) per lasciar spazio ai bisogni altrui, che raramente coincidevano. Il Master era il capo indiscusso e ognuno doveva adattarsi ai suoi bisogni, non c’era un “se” o un “ma”.
L’SSC era quasi annullato da una parola che mi fa rabbrividire: “Buonsenso”, come se usassimo le penne per scriverci le poesie e non lasciassimo segni indelebili sul corpo e nella mente. Tu sei il mio oggetto, dopo aver definito le regole dove io parlo e tu stai zitto, perché è giusto così. A me piace e a te deve andare bene che sia così.
A 9 anni di distanza dalla mia prima vera sessione mi rendo conto di quanto sia una visione distorta.
Eppure, chissà come mai, tutti quei “bravi ragazzi” hanno per lo più 50-60 anni e so trovano in ogni anfratto, pronti ad esclamare frasi del tipo “Ehy tu cagna, mettiti in ginocchio!” come approccio alla vita e alle/agli slave.
Ma in fondo chi sono io per giudicare chi usa la parola “Buonsenso” per farne una ragione di vita, fregandosene delle varie sfumature? Se a loro va bene così, e con chi hanno a che fare è perfetto, non ha senso neppure discuterne.
Però il “New School” è tutta un’altra filosofia, toccando corde emotive e mentali che l’ “Old School” non ha mai nemmeno sfiorato.
Credo sia troppo riduttivo basarci su un bisogno prettamente fisico: passione, resilienza e bisogni, a volte anche primordiali, apertura a nuovi schemi di relazione e amore ed appartenenza.
Già, perché ad oggi non serve un collare in vista per sentirsi appartenenti, non serve stare a 4 zampe o vivere in silenzio per sentirsi di qualcuno, ma basta veramente poco.
Credo sia per questo che l’età di chi entra in questo mondo si sta lentamente abbassando.
Diffidate da chi vi propone sessioni per il puro bisogno di sfogare una propria frustrazione o di chi riduce tutto al “Buonsenso”.
Voi, meritate molto di più.